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Wetland4Change: MEDSEA a Valencia per trovare soluzioni al cambiamento climatico grazie alle zone umide

Il team MEDSEA ha preso parte al secondo incontro del Consorzio dei partner del progetto Wetland4Change a Valencia, dal 26 al 28 novembre 2024, nell’incontro organizzato dai partner di progetto locali, Università di Valencia. Il progetto Interreg Euro-MED mira a validare soluzioni trasferibili basate sulla conservazione e il ripristino delle zone umide per l'adattamento e la mitigazione climatica, promuovendo l'adozione di conoscenze scientifiche e meccanismi di governance.

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The Albufera Natural Park
L’incontro di Valencia, svoltosi a meno di un mese dalla devastante alluvione causata dal DANA, una depressione isolata in alta quota che ha causato la morte di almeno 223 persone (ne abbiamo parlato qui). L’evento ha registrato un’ampia partecipazione, soprattutto durante la sessione pubblica del 28 novembre, che ha coinvolto stakeholder dei siti pilota, rappresentanti di centri di ricerca e leader istituzionali. Gli interventi hanno affrontato temi come la gestione delle zone umide, il ruolo strategico di questi ecosistemi nella riduzione dell’inquinamento idrico e nel sequestro di anidride carbonica, arricchiti da discussioni sulle strategie di governance e sulle modalità di coinvolgimento degli stakeholder per integrare questi ecosistemi nei quadri di mitigazione del cambiamento climatico.

Carles Sanchis, Presidente del Consiglio di Gestione del Parco Naturale dell'Albufera durante l’incontro ha presentato un quadro dettagliato dello stato del sistema umido durante il DANA, l’evento durante il quale “nell’area in cui la tempesta ha raggiunto la maggiore intensità, sono caduti 641 mm di pioggia, pari alla quantità di pioggia che normalmente si registrata a Parigi in un anno intero, e in un’ora sono caduti 187 mm che è il record di tutta la Penisola iberica mai registrata da quando ci sono dati sulle precipitazioni”. Ha spiegato che “il sistema non si trovava in condizioni ottimali. Stavamo affrontando danni strutturali del sistema delle acque, principalmente legati a una condizione di ipertrofia causato da inefficienze nel sistema fognario risalente agli anni 60 e '70, che aveva comportato un significativo apporto di inquinanti nelle zone umide. In una fase in cui il sistema si sta riprendendo da questo grave problema, si aggiungono nuovi problemi legati al cambiamento climatico. Tra queste problematiche vi sono siccità più frequenti e intense, un’intensificazione delle tempeste e di eventi come il recente DANA, l'innalzamento del livello del mare e un aumento della salinità delle zone umide. Sebbene l'ecosistema possa lentamente adattarsi a questi cambiamenti, essi rappresentano gravi minacce per le attività economiche della zona, come la coltivazione del riso e altre colture’’.
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Carles Sanchis, Presidente del Consiglio di Gestione del Parco Naturale dell'Albufera

In questo, le zone umide rappresentano una delle soluzioni possibili per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, grazie alla loro capacità di sequestrare carbonio, regolare le inondazioni, ridurre gli inquinanti presenti, conservare la biodiversità e proteggere le comunità locali dai fenomeni climatici estremi.

Il professor Antonio Camacho, direttore del gruppo di Limnologia dell’Istituto Cavanilles di Biodiversità e Biologia Evolutiva e docente di ecologia all’Università di Valencia, ha sottolineato: "Gli ecosistemi, in particolare quelli acquatici, forniscono servizi essenziali per il benessere umano. L'Albufera e il suo contesto naturale hanno svolto un ruolo cruciale nel mitigare le inondazioni causate dalla DANA che ha colpito Valencia e l'area di Horta Sud lo scorso mese. Grazie alla zona umida, il flusso d'acqua è stato gestito e distribuito su un'ampia area, espandendosi al lago e alle risaie".

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Albufera Lagoon pre and post DANA

Una delle due soluzioni testate nel progetto Wetland4Change riguarda proprio la regolazione delle alluvioni, grazie alle zone umide. Questi ecosistemi, infatti, agiscono come spugne naturali, assorbendo grandi quantità di acqua durante eventi di piena e riducendo l'impatto delle inondazioni sulle aree circostanti. Il progetto punta a ottimizzare la funzione di regolazione delle inondazioni attraverso un monitoraggio accurato e una gestione mirata. A tal fine, sviluppa metodologie innovative basate su una raccolta dati dettagliata, volte a valutare questa capacità e ad integrare le soluzioni proposte nei piani di gestione territoriale e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Manuela Puddu, project manager MEDSEA per Wetland4Change commenta: 

"Wetland4Change promuove la protezione e la conservazione delle zone umide attraverso soluzioni innovative e scientifiche, orientando la gestione delle risorse naturali e le politiche di governance per affrontare il cambiamento climatico. Il progetto mira a migliorare l’adattamento, la mitigazione e la prevenzione dei rischi, valorizzando i benefici delle zone umide, essenziali per la regolazione del clima, la gestione idrica, la riduzione delle inondazioni e il sequestro del carbonio. Parallelamente, rafforza la conoscenza e le capacità degli stakeholder nell’implementare azioni di conservazione e ripristino, in linea con le priorità locali e internazionali."

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Manuela Puddu, Wetland4Change project manager at MEDSEAFoundation

Focus sulla capacita’ di assorbimento del Carbonio

Il Parco Naturale dell'Albufera, una delle cinque zone umide studiate nel progetto Wetland4Change assieme a quelle inFrancia, Italia, Grecia e Bulgaria, è stato al centro delle attività di campo e di formazione. In particolare, il 27 novembre i partecipanti hanno esplorato sul campo le zone umide artificiali di Tancat de L’Illa e i laboratori della Stazione Biologica dell’Albufera, e, con il supporto dei ricercatori guidati dal prof. Camacho, ha approfondito le tecniche di misurazione dei gas serra (GHG) in funzione dei diversi habitat e gli aspetti da considerare per poter effettuare idonei campionamenti in situ. I partecipanti hanno poi visitato la zona Devesa Sud, sempre nel Parco di Albufera, dove dal 2003 al 2017 è stato portato avanti un vasto progetto di rinaturalizzazione degli ecosistemi di spiagge, dune e aree retro-dunali.

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Rilevamenti sul sequestro di CO2 nelle zone umide, a cura dell’Istituto Cavanilles de Biodiversidad y Biología Evolutiva

Il team di MEDSEA ha presentato una mappatura sui dati necessari per il calcolo della Carbon Sequestration già disponibili per la zona umida di Marceddì a Terralba, sito pilota su cui la Fondazione sperimenterà e validerà gli strumenti di misurazione per la regolazione delle inondazioni, oltre allo stato di avanzamento delle attività di comunicazione di tutto progetto, in capo alla Fondazione.

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Il team di Wetland4Change a Valencia

Sull’incontro e sul progetto Wetland4Change, visitare il sito.

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