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Siamo tutti a rischio ''Valencia'', e vi spieghiamo perche'

Le recenti inondazioni a Valencia sono un esempio tangibile di come gli eventi estremi legati al cambiamento climatico stiano aumentando in frequenza, intensità e durata, colpendo duramente il Mediterraneo, un vero e proprio "hotspot" climatico. In poche ore, piogge torrenziali hanno riversato fino a 490 mm d’acqua, pari alle precipitazioni di un anno intero, saturando il terreno e sopraffacendo i sistemi di drenaggio. Questo evento è stato alimentato dal fenomeno della DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos), in cui aria fredda in alta quota incontra aria calda più in basso, generando temporali violenti e persistenti.

Il caldo estremo del Mediterraneo, che ha raggiunto temperature superficiali record, ha contribuito ad amplificare la potenza della tempesta. Le alte temperature marine hanno favorito una evaporazione più intensa, generando un’atmosfera più carica di umidità, pronta a scaricarsi in eventi di pioggia intensi. Questo processo, in cui parte dell’energia termica si trasforma in energia cinetica, intensifica non solo le precipitazioni, ma anche i venti associati alla tempesta, rendendo l’impatto ancora più devastante.
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Il "Mediterranean Climate Hotspot Map" MEDSEA (2021) e’ una mappatura delle aree a rischio climatico (hotspots) nel Mediterraneo e identifica  i punti caldi del clima e le zone umide costiere, che sono essenziali per la biodiversità e l'adattamento ai cambiamenti climatici.

La forte antropizzazione della costa mediterranea rende quest’area particolarmente esposta, come evidenziato in uno dei nostri recenti studi sul rischio costiero all’impatto dei cambiamenti climatici "Mediterranean Climate Hotspot Map" MEDSEA. Valencia, situata sulla costa orientale della Spagna, è evidenziata nella mappa come una zona particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Costruzioni, infrastrutture e urbanizzazione nelle aree costiere e interne hanno ridotto la capacità di assorbimento del suolo e aumentato la vulnerabilità a fenomeni estremi come inondazioni marine, che spesso si sommano a quelle provenienti dalle aree interne, creando una situazione di rischio diffuso lungo tutta la costa. Ma Valencia non e’ l’unica citta’ esposta nel Mediterraneo  questi rischi.

Per affrontare questi fenomeni estremi, è cruciale migliorare la resilienza dei territori e delle comunità, adottando misure di adattamento efficaci. Le soluzioni basate sulla natura, come la protezione di zone umide, boschi e aree naturali di espansione delle acque, rappresentano un'opzione ottimale per mitigare l’impatto di questi eventi. 
Con MEDSEA siamo impegnati da sempre nel ripristino e nel miglioramento dello stato ecologico degli ecosistemi marini e costieri, tra cui le importantissime zone umide, capaci di assorbire l’acqua in eccesso piu’ velocemente di altri suoli, arginarla, rallentare il ruscellamento e di mitigare i danni di eventi di grande portata. Con Wetland4Change, Interreg Euro-MED, che ha come partner proprio la Spagna e l’Universita’ di Valencia, oltre al sito pilota, Albufera Lagon, stiamo testando due soluzioni di adattamento nelle wetland, uno proprio sulla regolazione delle alluvioni e inondazioni e uno sullo stoccaggio di carbonio. A fine mese, fatalita’, dal 28 al 29 novembre, avremo proprio il meeting di progetto a Valencia con tutti i partner e lì ci incontreremo per parlare delle soluzioni naturali alle inondazioni grazie alle wetlands. 

Mai come questa volta ci e’ successo di passare dalla ricerca alla realta’ e tutto questo ci fa capire l’importanza di tutto il lavoro in corso e l’urgenza di iniziare a prendere questo tema seriamente anche fuori dal mondo degli addetti ai lavori. In Sardegna, con il progetto TransformAR, ci apprestiamo a rendere le soluzioni di prevenzione alle alluvioni, per il settore produttivo della pesca, reali e tangibili, con la messa in posa dei sensori di rilevamento nello stagno di San Giovanni.
Riconfigurare i territori per rispondere meglio agli eventi climatici estremi diventa dunque una priorità, per proteggere le comunità e preservare gli ecosistemi mediterranei. 

Siamo tutti a rischio Valencia.

 

Manuela Puddu

Referente per le zone umide e ingegnere ambientale a MEDSEA



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