Cooperativa Produttori Arborea
“Da tempo ormai abbiamo costruito per la nostra cooperativa un sistema di sostenibilità che di anno in anno accoglie nuove iniziative. Crediamo che solo il principio della circolarità possa tenere in equilibrio le istanze della produzione e dell’ambiente in cui viviamo”
Marco Peterle è il direttore della Cooperativa Produttori Arborea, nata nel 1955 sui terreni della piana del golfo di Oristano, sottratta alla malaria con il piano di bonifica immaginato per la prima volta un secolo fa, terra di utopia coloniale fascista, di intraprendenza postbellica e oggi d’avanguardia produttiva.
Dagli anni ‘50 una lenta, costante crescita nel mercato regionale e nazionale. Oggi i prodotti di quest’angolo di Sardegna vengono esportati in tutto il mondo. 250 cinquanta soci, di cui almeno 100 sparsi in tutta l’isola, fanno riferimento al grande edificio costruito a pochi passi dalla Strada 14 ovest, dove resiste fermo il principio fondativo della mutualità.
Terreni sabbiosi quelli di Arborea, voraci d’acqua, soggetti alle tremende oscillazioni metereologiche innescate dai cambiamenti climatici, che da vent’anni ormai condizionano la produzione. Dall’inverno all’estate con stagioni intermedie brevissime, alluvioni e siccità. La risposta, tuttavia, è stata decisa, coraggiosa, in particolar modo nell’ultimo quinquennio. Molte e innovative le azioni che compongono il sistema citato da Peterle.
Le aziende che compongono la cooperativa vengono monitorate costantemente grazie alle immagini messe a disposizione dall’Agenzia Spaziale Europea. Un metodo di analisi dei terreni nato dalla collaborazione con l’Università di Sassari e la fondazione MEDSEA, capace di rilevare umidità, copertura vegetale, ritenzione idrica dei suoli, presenza di isotropi e sostanze organiche, il rapporto fra carbonio e azoto, l’estensione delle superfici infestanti. Le immagini satellitari danno indicazione sul grado di bagnatura dei suoli, orientano il sistema di irrigazione a goccia, lo rendono ancora più efficiente.
Grande attenzione anche per il benessere animale. La coltivazione degli erbai e del mais è dedicata alla produzione di misceloni particolarmente salutari per grandi e piccoli ruminanti. Viene portata avanti la sperimentazione dell’alga spirulina, un cianobatterio che se inserito nella dieta migliora la salute degli animali e contribuisce alla nascita di un prodotto più sano. La coltura biologica dei prodotti a basso impatto interessa carote e patate, mentre sono riutilizzati svariati prodotti, dagli scarti di lavorazione delle ortive a foglia ai reflui zootecnici. Sono in fase di sperimentazione avanzata il trattamento del biodigestato per l’ottenimento di amendanti attraverso il processo di osmosi inversa, e l’utilizzo degli scarti di macellazione per ottenere, grazie a colonie di lombrichi, una torba sintetica utile sia come ammendante che come concime (Progetto Prisma).
“La collaborazione con MEDSEA è stata estremamente proficua, fin dal principio- afferma il direttore Peterle. “Abbiamo bisogno di procedere assieme a chi ha sensibilità e competenze di alto livello in materia ambientale, di chi condivide l’idea che la sfida del nuovo millennio sia la ricostruzione di un’armonia fra l’uomo, il suo lavoro, e la natura. Diventare sostenitori MEDSEA è stato un passo spontaneo, l’inizio di un percorso verso il futuro sempre più sostenibile”.
Contatti
Cooperativa Produttori Arborea
“Da tempo ormai abbiamo costruito per la nostra cooperativa un sistema di sostenibilità che di anno in anno accoglie nuove iniziative. Crediamo che solo il principio della circolarità possa tenere in equilibrio le istanze della produzione e dell’ambiente in cui viviamo”
Marco Peterle è il direttore della Cooperativa Produttori Arborea, nata nel 1955 sui terreni della piana del golfo di Oristano, sottratta alla malaria con il piano di bonifica immaginato per la prima volta un secolo fa, terra di utopia coloniale fascista, di intraprendenza postbellica e oggi d’avanguardia produttiva.
Dagli anni ‘50 una lenta, costante crescita nel mercato regionale e nazionale. Oggi i prodotti di quest’angolo di Sardegna vengono esportati in tutto il mondo. 250 cinquanta soci, di cui almeno 100 sparsi in tutta l’isola, fanno riferimento al grande edificio costruito a pochi passi dalla Strada 14 ovest, dove resiste fermo il principio fondativo della mutualità.
Terreni sabbiosi quelli di Arborea, voraci d’acqua, soggetti alle tremende oscillazioni metereologiche innescate dai cambiamenti climatici, che da vent’anni ormai condizionano la produzione. Dall’inverno all’estate con stagioni intermedie brevissime, alluvioni e siccità. La risposta, tuttavia, è stata decisa, coraggiosa, in particolar modo nell’ultimo quinquennio. Molte e innovative le azioni che compongono il sistema citato da Peterle.
Le aziende che compongono la cooperativa vengono monitorate costantemente grazie alle immagini messe a disposizione dall’Agenzia Spaziale Europea. Un metodo di analisi dei terreni nato dalla collaborazione con l’Università di Sassari e la fondazione MEDSEA, capace di rilevare umidità, copertura vegetale, ritenzione idrica dei suoli, presenza di isotropi e sostanze organiche, il rapporto fra carbonio e azoto, l’estensione delle superfici infestanti. Le immagini satellitari danno indicazione sul grado di bagnatura dei suoli, orientano il sistema di irrigazione a goccia, lo rendono ancora più efficiente.
Grande attenzione anche per il benessere animale. La coltivazione degli erbai e del mais è dedicata alla produzione di misceloni particolarmente salutari per grandi e piccoli ruminanti. Viene portata avanti la sperimentazione dell’alga spirulina, un cianobatterio che se inserito nella dieta migliora la salute degli animali e contribuisce alla nascita di un prodotto più sano. La coltura biologica dei prodotti a basso impatto interessa carote e patate, mentre sono riutilizzati svariati prodotti, dagli scarti di lavorazione delle ortive a foglia ai reflui zootecnici. Sono in fase di sperimentazione avanzata il trattamento del biodigestato per l’ottenimento di amendanti attraverso il processo di osmosi inversa, e l’utilizzo degli scarti di macellazione per ottenere, grazie a colonie di lombrichi, una torba sintetica utile sia come ammendante che come concime (Progetto Prisma).
“La collaborazione con MEDSEA è stata estremamente proficua, fin dal principio- afferma il direttore Peterle. “Abbiamo bisogno di procedere assieme a chi ha sensibilità e competenze di alto livello in materia ambientale, di chi condivide l’idea che la sfida del nuovo millennio sia la ricostruzione di un’armonia fra l’uomo, il suo lavoro, e la natura. Diventare sostenitori MEDSEA è stato un passo spontaneo, l’inizio di un percorso verso il futuro sempre più sostenibile”.
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