Dal Poetto e dalle spiagge della Sardegna fino a percorrere migliaia di chilometri in otto Stati, lungo le coste del Mediterraneo. Un unico obiettivo: ripulire il mare e le spiagge, raccogliendo più plastica e rifiuti possibili, coinvolgendo e sensibilizzando dal vivo e online ragazzi ed adulti.
Carola Farci, insegnante Cagliaritana di 31 anni, racconta il suo viaggio dal suo profilo Instagram ecoprof.travel iniziato lo scorso ottobre e che terminerà a settembre quando rientrerà al lavoro dal suo anno sabbatico per coinvolgere, attraverso la sua esperienza, ancora di più i suoi studenti dell’istituto alberghiero di Cagliari in cui lavora. Carola non è sola in questo viaggio, con lei il suo labrador Polly e la sua “polpo mobile”, una macchina dipinta con un grande polpo blu.
Qualche giorno fa la redazione di MEDSEA ha raggiunto Carola, per condividere un pezzo della sua avventura per proteggere il mar. Una mission che sposiamo in pieno con la fondazione già da qualche anno con i vari progetti Plastic Free Med. Per questo facciamo il tifo per Carola e per tutti coloro che si danno da fare ogni giorno per difendere il nostro Oceano dalle plastiche in mare!
Ciao Carola, siamo al giorno 177 dalla tua partenza da per ripulire le spiagge del Mediterraneo, come stai e dove ti trovi?
Ciao a tutti, in questo momento mi trovo in Montenegro, in particolare in un “Workaway” (piattaforma che mette in connessione viaggiatori, impegnati nel volontariato e lavoratori come Carola, con host che possano ospitarli n.d.r.) vicino a Tivot nel Montenegro. La stanchezza comincia a farsi sentire ma sto molto bene.
Un anno sabbatico per ripulire il mare e fare qualcosa di tangibile per affrontare i cambiamenti climatici, ridurre il rischio per la fauna marina… (le plastiche sono le principali responsabili). Ora che sei a metà del tuo percorso, riguardando indietro rifaresti tutto e perché?
In realtà sono molto più che a metà percorso: il 1° settembre ricomincio a scuola, quindi per l’estate sarò in Sardegna. Diciamo che inizio a intravedere la fine e voltandomi indietro rifarei tutto esattamente come l’ho fatto: svegliarmi ogni mattina e andare a pulire la spiaggia dà un senso alla mia giornata. Bottiglia dopo bottiglia, chilo dopo chilo, ho finalmente sentito di star facendo qualcosa di utile per il nostro Pianeta.
Quante tonnellate di rifiuti hai raccolto e in quanti paesi?
In questo momento il conteggio è di 2.7 tonnellate, ma è ovviamente in continuo divenire. Parliamo di quasi tre tonnellate in meno di sei mesi, una cifra mostruosa raccolta in otto Paesi: Italia, Grecia, Turchia, Bulgaria, Macedonia, Kosovo, Albania, Montenegro.
Polly ti dà una zampa in questi clean up ??
Certo, è ormai campionessa nel recupero bottiglie!
Hai trovato molte differenze, nella quantità di immondizia recuperata, da Paese a Paese? Quali le situazioni più a limite, quale la zona che ti ha colpito di più per pulizia e civiltà?
Nessuna zona mi ha colpito per pulizia e civiltà, ma dei Paesi che ho visto sino ad ora l’Italia è sicuramente quello messo meglio. Negli altri posti è impossibile perfino trovare la raccolta differenziata! La maglia nera spetta all’Albania: distese di plastica e roghi tossici in riva al mare. Non avevo mai visto niente di così tragico. So che per la stagione turistica ripuliscono tutto, ma in tutti gli altri mesi dell’anno la spazzatura finisce in mare a tonnellate. Anche la Turchia ha certe zone tragiche, mentre in Montenegro c’è una netta distinzione tra spiagge del sud, piuttosto sporche, e spiagge del nord, molto pulite.
Un’altra cosa che mi ha sorpreso è la Bulgaria: spiagge pulite, ma fiumi ed entroterra da mettersi le mani nei capelli.
Un episodio che non dimenticherai mai?
Qualche giorno fa mi trovavo a Sutomore, una spiaggia del sud del Montenegro in uno stato tremendo. Erano quattro giorni che tentavo di pulirla ma, nonostante le decine di chili recuperati, ancora si camminava sulla plastica. Poi improvvisamente è passata di lì una ragazza montenegrina, incinta, con un cane e un bambino, e ha cominciato ad aiutarmi. Poi è arrivata un’altra ragazza, anche lei incinta, ma stavolta ucraina, rifugiata lì. Anche lei si è subito data da fare a ha chiamato tutta la comunità ucraina. Un’ora dopo eravamo venti persone e siamo riusciti a pulire completamente la spiaggia.
Nel tuo viaggio fai anche sensibilizzazione per invitare tutti a fare il proprio: come reagiscono le persone quando ti incontrano, ti aiutano a ripulire oppure rimandano queste attività per quando avranno tempo…?
Le due ragazze di cui sopra mi hanno colpita particolarmente perché sono una rarità. In tutto il viaggio sono state pochissime le persone che si sono avvicinate per aiutarmi, mentre molte si son complimentate, ma senza darsi da fare.
Discorso diverso per le persone che mi hanno ospitata durante il mio cammino: molte di loro sono venute con me in spiaggia e mi hanno dato una mano, e alcune hanno continuato anche dopo la mia partenza.
Ti è capitato di trovare altri eco viaggiatori in linea con la tua mission?
Mi è capitato in alcuni Workaway in cui sono stata: è capitato che venissero in spiaggia con me, o mi aiutassero a portare i sacchi sino ai cassonetti, che è la parte più pesante.
Prossima destinazione?
Croazia. Anche se al momento non ho trovato nessuno che mi ospiti, per cui vedremo.
Consigli per chi vuole fare qualcosa di utile per il mare come stai facendo tu?
È tutto molto più semplice di come sembri, né serve andare dall’altra parte d’Europa per dare una mano al mare: basta munirsi di guanti e buste e scendere in strada. Che si viva o no vicino al mare, tutti i rifiuti dispersi in ambiente prima o poi finiscono là. Quindi è fondamentale recuperarli. Ogni chilo è un chilo in meno nell’ecosistema marino, e se lo facessimo tutti, anche come semplice abitudine quotidiana, anche solo quando portiamo a passeggio il cane o usciamo per fare due passi, vivremmo in un mondo più pulito.
Grazie Carola, ti aspettiamo qui a Cagliari al tuo rientro!
Foto di Carola Farci
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