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Passo in avanti per il progetto Maristanis, verso il Parco regionale delle Terre d'Acqua in Sardegna

La Giunta comunale di Oristano, su proposta dell’Assessore all’Ambiente Maria Bonaria Zedda, ha dato il via al processo partecipativo e alle azioni propedeutiche necessarie all’istituzione del Parco Naturale Regionale delle Terre d’Acqua dell’Oristanese. 

“Il progetto Maristanis è un progetto di cooperazione internazionale per la definizione di un modello di gestione integrata delle zone umide e costiere del Golfo di Oristano; cofinanziato dalla Fondazione MAVA e coordinato dalla Fondazione MEDSEA in collaborazione con l'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre" – precisa il Sindaco di Oristano Massimiliano Sanna -. Maristanis si sviluppa in parallelo con altri tre progetti cofinanziati da MAVA in Tunisia, Montenegro e Albania ed è finalizzato alla tutela e al miglioramento della gestione di sei zone umide di importanza internazionale (siti Ramsar), site nel territorio marino – costiero del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis e dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre, che coinvolge i Comuni di San Vero Milis, Riola Sardo, Cabras, Oristano, Santa Giusta, Palmas Arborea, Arborea, Guspini, Arbus e Terralba”. 

Nei mesi scorsi i Sindaci dei Comuni di Arborea, Arbus, Cabras, Guspini, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Vero Milis, Santa Giusta e Terralba, il Presidente del Consorzio di Bonifica dell’Oristanese, il Presidente della Provincia di Oristano e l’Assessore Regionale della Difesa dell’Ambiente, hanno sottoscritto il Contratto delle Zone Umide marino-costiere dell’Oristanese congiuntamente al Programma delle Azioni. Successivamente anche il Comune di Nurachi ha aderito. 

“Ora entriamo nella fase attuativa – precisa l’Assessore all’Ambiente Maria Bonaria Zedda -. La Fondazione MEDSEA, alla quale è stata affidata la Segreteria Tecnica, si occuperà del processo di partecipazione con l’obiettivo di presentare il Contratto ed il Piano delle Azioni attraverso l’avvio di una fase di ascolto e coinvolgimento degli attori chiave del territorio. L’obiettivo finale è l’istituzione del Parco che potrebbe assicurare la gestione unitaria del complesso degli ecosistemi delle acque di transizione garantendo, anche in considerazione della loro rilevanza internazionale e comunitaria, la conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, storiche e culturali, la loro fruizione sociale, la promozione della ricerca scientifica e della didattica ambientale, nonché lo sviluppo sostenibile delle attività economiche compatibili, in primo luogo quelle tradizionali, ittiche, agricole, zootecniche, artigianali e turistiche e la riqualificazione paesaggistica degli insediamenti”. 

“Numerose esperienze di successo realizzate in Italia testimoniano che l’istituzione di un Parco consente di generare nuove opportunità economiche a favore delle comunità locali dei territori interessati - aggiunge ancora Maria Bonaria Zedda -. Nell’immediato sono programmate le seguenti azioni: predisposizione di studi specialistici di tipo ambientale, sociologico, antropologico, socioeconomico ed ulteriori aspetti utili alla conoscenza del territorio; attività di animazione e sensibilizzazione, compresa l’organizzazione di incontri specifici con gli stakeholders istituzionali e non, la popolazione e i portatori di interesse; presentazione di buone pratiche messe in atto in altre realtà assimilabili, anche con il coinvolgimento di altri gestori di aree protette”. 
Videolina e altri organi di informazione locale hanno dedicato un servizio sul tema. 
 
 
 
Cover pic S'Ena Arrubia Lagoon  Livio Mura

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