“Difficile dire quando sia diventato ambientalista”, dice Roberto Cavallo all’uditorio raccoltosi nella sala consiliare del comune di Assemini. Nipote di un contadino, figlio di un eminente studioso naturalista, è cresciuto in un via vai di scienziati europei, giocando con la terra e arrampicandosi sugli alberi, come un novello barone rampante. All’università poi le accuse dei compagni di studio e i primi dubbi: “È colpa dei cristiani se l’ambiente viene continuamente devastato. Il cristianesimo ha nei secoli proposto una visione antropocentrica del rapporto fra uomo e natura”. Da qui, in venticinque anni ricchi di incarichi prestigiosi, lo sforzo di ricomporre la frattura fra i dettami dell’antico testamento e la filosofia ambientalista che andava solidificandosi nel tardo ‘900. Nasce così “La Bibbia dell’ecologia” (Elledici), otto capitoli e una ragnatela di rimandi fra citazioni del vecchio testamento e dati scientifici.
“Se fossero intelligenti ragionerebbero sulla loro fine”. Il Deuteronomio così fa sintesi dei numeri che descrivono la catastrofe climatica in corso, e delle pericolose esitazioni del mondo politico. “Guai a voi che devastate senza essere devastati” spiega invece dei 42 fra metalli preziosi e terre rare contenuti nei nostri telefoni cellulari. “Il litio- spiega Cavallo- esiste solo in Bolivia, Cile e Argentina. Molto tempo fa ho detto che questi paesi avrebbero attraversato momenti di disordine sociale. I biglietti del tram in aumento sono la goccia che fa traboccare il vaso, ma una delle ragioni principali è la semplice domanda: come è possibile che noi cittadini ci troviamo in queste condizioni nonostante le ricchissime risorse del nostro paese?”.
Nel 2015, anno fondamentale per l’ambiente grazie all’Accordo di Parigi e all’enciclica Laudato sii di Papa Bergoglio, i migranti economici erano 250 milioni. Ad appena quattro anni di distanza, riporta Cavallo, sono diventati un miliardo e mezzo. Innalzamento del livello del mare, guerre per le risorse, siccità, alluvioni e inquinamento. Solo un ritrovato dialogo fra le generazioni, fra comunità scientifica, istituzioni e società civile può sventare ciò che appare inevitabile. È il nono capitolo del libro a raccontare la speranza. Non solo parole tuttavia, ma azioni e immagini. Dopo la presentazione del volume è stato proiettato il corto “Immondizia”, tributo di Mimmo Calopresti a Pasolini e a “Keep clean and run”, l’impresa ormai stagionale di Roberto Cavallo. L’agronomo, saggista ed esperto di rifiuti richiesto in tutto il continente corre seguito da fidi compagni o volontari incontrati fra gli splendidi scenari naturali del sud Italia. La neve, i borghi, il fiume, le città, il mare e la campagna: Cavallo li attraversa e raccoglie i rifiuti che oltraggiano la bellezza avvolta nel silenzio, contagiando le comunità al passaggio. Parla con i vecchi del passato incontaminato, con i bambini del futuro, con Mimmo Lucano del modello di integrazione ed ecologia di Riace.
“La bellezza salverà il mondo”. Rachele Garau assessore alla cultura di Assemini, ha scelto Dostoevsky, per dare un titolo alla serata: “Questa è solo la prima di molte iniziative dedicate alla salvaguardia ambientale. Roberto Cavallo ci ha ispirati e cercheremo di mettere in pratica alcuni dei suoi suggerimenti, come amministratori e cittadini. Già il comune si è impegnato per ridurre l’utilizzo della plastica negli spazi istituzionali. Seguiamo con attenzione le organizzazioni che si occupano di ambiente, e siamo felici di aver cominciato a collaborare con la Fondazione MEDSEA, che si occuperà di valutare gli elaborati degli studenti della nostra scuola media, impegnati in un concorso dedicato alla tutela dell’ambiente. L’incontro di stasera ci ha ricordato che i bambini sono fondamentali per la sopravvivenza del pianeta come lo conosciamo”.
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