Il 26 ottobre ha avuto inizio ad Oristano il processo partecipativo che segue la nascita del Contratto delle Zone Umide Marino Costiere dell’Oristanese, strumento volontario finalizzato ad una gestione integrata e collettiva dei siti Natura 2000 creati per la tutela dell’incredibile patrimonio ambientale costituito dalle zone umide di questo territorio.
Due giorni e quattro incontri per avviare un dialogo con tutte le forze istituzionali, economiche, culturali e ambientaliste che operano nel golfo di Oristano, chiarire loro le potenzialità del Contratto e raccogliere le proposte utili a renderlo un sistema articolato ed efficiente di governance territoriale dei siti Natura 2000. Il lungo itinerario di ascolto, che avrà termine nel maggio 2022, è curato dagli esperti della Fondazione MEDSEA, da quattro anni attiva nell’oristanese con il Progetto Maristanis, nato per la tutela delle zone umide di importanza internazionale protette dalla Convenzione Ramsar che cingono il golfo.
La prime sessioni del processo partecipativo, tenutesi fra il 26 e il 28 ottobre nell’Aula Consiliare della Provincia di Oristano, hanno visto la partecipazione delle associazioni legate alla pesca e all’agricoltura, del FLAG e i GAL operanti nel territorio, dei centri di ricerca scientifica come L’International Marine Center di Torregrande e il CNR, delle grandi aziende.
Tutti i soggetti coinvolti si sono aperti alla collaborazione, mostrando interesse per la novità rappresentata dal Contratto, ed esprimendo la speranza che possa servire a snellire molti fra i passaggi burocratici che nella frammentazione amministrativa rallentano lo sviluppo di progetti e innovazione.
“La speranza è che il Contratto di Costa possa diventare un volano di investimenti per tutto il comparto pesca e le aree costiere che in questo momento non hanno piena valorizzazione”, spiega Alessandro Porcu, direttore tecnico della Cooperativa Pescatori S. Andrea, da 50 anni attiva nello stagno di S’Ena Arrubia. Il nuovo strumento, continua Porcu, “può consentirci di superare una serie di vincoli legati alle disposizioni in materia di aiuti alle imprese, in particolar modo quelle del settore ittico che più di ogni altra stanno soffrendo i problemi legati alle calamità naturali e l'andamento delle annate di pesca fortemente influenzate dai cambiamenti climatici. Se il contratto di costa si pone a salvaguardia delle attività presenti sul territorio e al contempo avvia un processo di sostenibilità delle risorse e dei territori senza porre blocchi e vincoli come accaduto in passato, con il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati, può diventare lo strumento chiave per il rilancio di tutto golfo di Oristano”.
Sulla stessa linea d’onda Andrea Liverani, giovane imprenditore di Terralba che con il suo drone, capace di analizzare con precisione criticità e necessità delle colture, ha già portato l’innovazione nel golfo: “Durante il primo incontro abbiamo subito messo in campo le nostre idee e i bisogni delle aziende agricole. Il contratto ci mette a disposizione un grandissimo strumento, sia in termini economici che di semplificazione burocratica, snellendo al massimo il dialogo tra aziende e istituzioni. Sta a noi approfittarne e cogliere al volo questa grandissima opportunità di sviluppo”.
Apertura e disponibilità sono venute anche dalle grandi aziende: “ll Contratto di Costa è uno strumento utile per valorizzare e promuovere il territorio, contribuendo allo sviluppo locale. Essere parte delle imprese del territorio ci permetterà di proporre percorsi e obiettivi che vanno nella direzione della tutela della natura e dello sviluppo sostenibile”, spiega Francesca Figus, responsabile marketing di Nieddittas.
Le prossime tappe dell’itinerario di ascolto saranno dedicate alla pesca: a Santa Giusta (Open Space) e Terralba (Teatro Comunale), rispettivamente il 9 e l’11 novembre, il team di MEDSEA dialogherà con tutte le cooperative operanti fra mare e stagni del golfo. Il primo ciclo di incontri si chiuderà a metà dicembre ad Oristano, con una assemblea plenaria di tutti gli attori coinvolti.
Il Contratto di Costa è uno strumento volontario di partecipazione negoziata e partecipata. Al momento è adottato da undici regioni italiane con più di 93 contratti in lavorazione e undici già stipulati. Sette i macro-obiettivi che il contratto si propone di raggiungere. Tra questi il miglioramento dello stato ecologico delle zone umide di importanza internazionale (i siti Ramsar) la tutela e la conservazione della biodiversità del territorio e la progettazione di azioni concrete per l’adattamento agli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici.
Per il calendario aggiornato, info e aggiornamenti, si può consultare maristanis.org e/o contattare il gruppo di coordinamento degli incontri scrivendo direttamente a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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