MEDSEA entra nel circuito “Mediterranean Alliance for Wetlands” di Tour du Valat per far conoscere le zone umide Italiane nel Mediterraneo e promuovere la loro conservazione e tutela.
La fondazione sarda MEDSEA, impegnata dal 2017 nel progetto “Maristanis”, con l’obiettivo di trovare un modello di governance tra le 6 aree RAMSAR del Golfo di Oristano e recentemente impegnata nel supporto tecnico alla candidatura RAMSAR della foce del Rio Posada, nel parco Tepilora, risulta essere il soggetto ideale per sostenere e aumentare la visibilità delle zone umide nell’area Mediterranea, in particolare nelle politiche nazionali e regionali. Nei giorni scorsi la fondazione, come unica italiana, è entrata nell’alleanza di Tour du Valat, raggiungendo un gruppo di altre 27 tra ONG e Centri di ricerca da 15 Paesi dell’area mediterranea.
La Mediterranean Alliance for Wetlands nasce nel 2017 con l’obiettivo di “far conoscere le zone umide del Mediterraneo a livello nazionale, regionale e internazionale attraverso la promozione del loro uso sostenibile, basato sull'innovazione e sulle migliori pratiche basate sull'evidenza come agenti propulsori del cambiamento” ed è sostenuta dall'Agenzia francese per lo sviluppo (AFD), dal Fondo francese per l'ambiente globale (FFEM) e dall'Ufficio francese per la biodiversità (OFB).
Tra le varie attività di studio, monitoraggio, disseminazione e comunicazione, nel 2020 è stato lanciato il “Red Alert”, un indice che indica lo stato di minaccia delle zone umide soprattutto dal punto di vista della perdita di biodiversità. Il red alert ha recentemente identificato nella Penisola Erimitis, in Grecia, e a Daya de dar Bouazza in Marocco, due aree umide a rischio. In particolare, in Grecia, la Mediterranean Alliance for Wetlands sta interagendo con i governi locali per invitare a prendere provvedimenti urgenti contro lo sviluppo del turismo di massa che rischia di compromettere gli habitat delle zone umide e sta supportando le organizzazioni nelle attività stampa a protezione di questi fondamentali bacini.
“Le zone umide sono la prima barriera che ci protegge dall’innalzamento dei livelli dei mari e dall’erosione delle coste, aree fondamentali per affrontare i cambiamenti climatici in corso – spiega Vania Statzu, vicepresidente di MEDSEA - siamo felici di entrare all’interno della Mediterranean Alliance for Wetlands, e di aiutare a migliorare il livello di conoscenza generale di questi habitat essenziali, partendo proprio dalle esperienze maturate in Sardegna”.
Foto copertina: Mediterranean Alliance for Wetlands su https://tourduvalat.org/
Mari 'e sale foto di ©Gabriele Espis
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