Con i loro 7.700 ettari, le zone umide che corrono da Capo Mannu alla laguna di Marceddì costituiscono un ecosistema dal valore inestimabile. Gli stagni di Sale Porcus, Cabras, Mistras, Pauli Maiori, S’Ena Arrubia, Corru S'Ittiri, San Giovanni e Marceddì compongo sei siti riconosciuti dalla Convenzione Ramsar, l’accordo che dal 1971 indirizza in 170 paesi la conservazione e la gestione delle zone umide di importanza internazionale. Nonostante la straordinaria ricchezza in biodiversità, i siti che cingono il Golfo di Oristano hanno sempre sofferto l’assenza di una gestione organica.
Grazie al co-finanziamento della Fondazione MAVA, dal 2017 la Fondazione MEDSEA coordina le attività di tutti i soggetti inclusi nel progetto Maristanis: la Regione Autonoma Sarda, la Provincia di Oristano, l’Area Marina protetta “Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre”, le 11 municipalità toccate dalle zone umide e il FLAG (gruppo di azione locale) “Pescando”. Il team di esperti della Fondazione MEDSEA ha elaborato una strategia che con l’importante supporto scientifico di associazioni come MedPan, Plan Bleu, PAP/RAC, MedIna, Tour du Valat e Bird Life, intende trasformare il potenziale economico e culturale dei siti Ramsar dell’Oristanese in un modello di equilibrio fra istanze ambientali e sociali. Il primo passo consiste nell’accumulare, riordinare e migliorare le conoscenze relative ai siti Ramsar. Solo attraverso la creazione di una chiara letteratura scientifica è possibile individuare gli interventi necessari alla difesa e allo sviluppo del territorio. Una consapevolezza condivisa permette la costruzione di prassi che siano dialogo fra tutti i soggetti coinvolti nel progetto.
Conoscenza, linguaggio e metodo amministrativo comuni possono così essere declinati sul campo, dove le strategie diventano azioni concrete che ristabiliscono l’armonia fra la presenza umana, il lavoro, e la cornice naturale nella quale questi vivono, terra e acqua, fauna e flora. Pesca, acquacultura, agricoltura, allevamento, turismo e artigianato sono luoghi protagonisti di nuove pratiche e proposte che gli esperti della fondazione MEDSEA assimilano e traducono in ricerca di finanziamenti per progetti che successivamente trovano realizzazione a livello amministrativo.
Il piccolo cerchio che ospita una nuova convivenza fra l’uomo e l’ambiente, fra prosperità e bellezza, allarga gradualmente la sua estensione fino ad abbracciare le popolazioni dei territori circostanti, includendoli come parti attive e consapevoli in un sistema di sviluppo sostenibile che sia modello per le altre zone umide del bacino Mediterraneo.
I siti Ramsar nel Golfo di Oristano
Il territorio del Golfo di Oristano vanta 7.705 ettari di zone umide Ramsar di importanza internazionale (oltre il 60% dell’intero patrimonio della Sardegna) che si sviluppano lungo i 200 km di costa che da Capo Mannu si estendono sino all’area lagunare di Marceddì.
Le zone umide sono
- preziosi serbatoi di biodiversità, data la presenza di numerose specie animali e vegetali
- svolgono un’importante funzione idrogeologica e di fitodepurazione naturale.
- rappresentano inoltre una notevole risorsa per la produttività ittica e per il turismo.
Stagno di Sale'e Porcus (330 ha)
Stagno di Cabras (3.575 ha)
Stagno di Mistras (680 ha)
Stagno di S'Ena Arrubia (223 ha)
Stagno di Corru S'Ittiri, Stagni di San Giovanni e Marceddì (2.610 ha)
Stagno Pauli Maiori (287 ha)
MARISTANIS EDUCATIONAL
Durante il tuo soggiorno puoi proteggere i luoghi che ami attraverso piccole ma importantissime azioni.
App "Risparmia l'acqua - MARISTANIS"
La Sardegna ha sempre avuto problemi di approvvigionamento idrico: non ci sono né laghi naturali né ghiacciai ed i fiumi sono prevalentemente torrentizi e stagionali. La principale fonte di approvvigionamento è l'acqua piovana raccolta in diverse decine di invasi artificiali costruiti il secolo scorso.
Il cambiamento climatico però sta mettendo a dura a prova questo sistema con piogge sempre più scarse ed irregolari che alternano piogge intense (spesso vere e proprie alluvioni) a lunghi periodi di siccità. L'aumento della temperatura media, inoltre, aumenta l'evaporazione riducendo ulteriormente le scorte accumulate.
Le falde acquifere presenti nel sottosuolo potrebbero essere una fonte disponibile ma il continuo prelievo per vari usi (incluso quello turistico) ne riduce la portata.Questi fenomeni sono particolarmente accentuati nelle zone costiere dell'Oristanese.
Inoltre, nelle aree costiere il prelievo dell'acqua di falda facilita l'intrusione dell'acqua di mare: l'acqua che si estrae ha elevati contenuti di sale che la rendono sgradevole.
Se utilizzata in agricoltura, deposita uno strato di sale sul suolo, impoverendolo, e accelerando i fenomeni di desertificazione già in atto. In ultimo, il prelievo dell'acqua di falda ha effetti negativi sulle zone umide: le falde acquifere sono la principale fonte di approvvigionamento di acqua dolce di stagni e lagune.
Ricordiamoci, poi, che quando si riduce la quantità di acqua, la qualità peggiora perché aumenta la concentrazione degli inquinanti, situazione che ha effetti molto negativi per le nostro zone umide che, soprattutto nei mesi estivi, spesso soffrono fenomeni di eutrofizzazione.
Ricordati, perciò, di usare consapevolmente l'acqua, senza sprecarla e senza inquinarla
Diventa anche tu un amico delle zone umide!
Vuoi sapere come fare? Telo dice la nostra App "Risparmia l'acqua - MARISTANIS"
Segui i link sotto per accedere alle versioni disponibili in 4 lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo) sia su Android che iOS
La App è stata sviluppata dalla società GREENSHARE
App Acqua Check - Maristanis
Alcuni studi indicano che gli alberghi italiani hanno un consumo idrico tra 500 e 650 litri per presenza, più del doppio rispetto al settore civile.
Il turismo può quindi avere un impatto rilevante sulle risorse idriche, soprattutto nelle aree costiere delle regioni mediterranee, dove le risorse idriche sono sempre state scarse, a causa di ricorrenti periodi di siccità ed oggi sono a rischio per le conseguenze del cambiamento climatico.
In Sardegna, nelle aree a vocazione turistica, la popolazione arriva a quintuplicare nel periodo estivo, ma le risorse idriche rimangono inalterate e sono quelle che vengono raccolte nei bacini artificiali in inverno e primavera. Il cambiamento climatico rende però incerte le precipitazioni ed il rischio di dover subire delle restrizioni all’erogazione è elevato, con notevoli disagi sia per la popolazione che per l’agricoltura che per i turisti.
In questi casi, aumenta il ricorso alle acque di falda, con un aumento della salinizzazione delle falde, fenomeno esteso e preoccupante. A farne le spese sono soprattutto i corpi idrici, incluse le zone umide costiere, che si ritrovano a non ricevere sufficienti approvvigionamenti né dalle acque di superficie né da quelle di falda.
Tutti dobbiamo perciò diventare più virtuosi.
Acqua Check è un'app che permette ai manager delle strutture ricettive di valutare i benefici che derivano dall'investire in apparecchi e dispositivi per il risparmio idrico. Acqua Check ha bisogno di alcune informazioni sugli apparecchi e dispositivi che utilizzano l'acqua nella tua struttura per calcolare quanto potresti risparmiare se consumassi meno acqua. Acqua Check è in grado di dirti quanto ti costa e in quanto tempo recuperi l'investimento e quanta acqua e denaro risparmi.
Questa applicazione è stata sviluppata dalla Fondazione MEDSEA all’interno del Progetto MARISTANIS, cofinanziato dalla Fondazione MAVA, dedicato alla tutela e lo sviluppo sostenibile delle zone umide dell’oristanese, riconosciute come aree di valore ambientale internazionale e sono protette dalla Convenzione di Ramsar.
Questa App, insieme all’App Risparmia l’Acqua – Maristanis, costituisce il toolkit per la riduzione del consumo idrico nel turismo. Se sei una struttura turistica, contattaci per avere il materiale divulgativo sulla App.