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Aquae Sinis

Un albergo diffuso nel cuore delle terre d’acqua dell’oristanese, immerso nella vita semplice e quotidiana di Cabras. Ogni angolo della splendida struttura custodisce un pezzo di storia, un’occasione per fare del turismo un incontro e uno scambio fra persone, un’esperienza sostenibile.

“La forza della collettività è un capitale enorme per il settore turistico, dobbiamo solo riuscire a farne un sistema. Crediamo che il risparmio idrico ed energetico siano in perfetta armonia con l’idea di turismo che Aquae Sinis promuove”.
L’architetto Pier Luigi Mele racconta Aquae Sinis dalla terrazza che si affaccia sulla chiesa di Santa Maria Vergine Assunta. In settembre le gradinate si popolano di centinaia di bianchi sai, i devoti scalzi che porteranno in spalla, e di corsa, la statua di San Salvatore per le strade, lungo gli stagni e le campagne. L’idea dell’albergo diffuso nasce nel 2007. Due delle quattro strutture che oggi compongono la struttura sono state lasciate in eredità a Mele dai nonni. Contenevano le botti di vino, gli utensili. Erano il ricovero per le bestie da lavoro.
“Thermae”, “Mistras”, “Laguna” e “Pontis” sono i quattro plessi distribuiti fra le vie del centro storico di Cabras, a breve distanza fra loro. Gli infissi di legno, l’impiantito, le zoccolature, i cotoni di Samugheo, la calce sui mattoni crudi e i tetti in canne sono la traccia comune di un’identità stilistica costruita sull’eleganza dell’essenziale, sulla palpabile presenza della tradizione.
Spiega Mele: “Il Sinis non è un luogo di mondanità, offre la natura incontaminata, la cucina tradizionale, i profumi che i venti strappano alla vegetazione e spargono per tutto il territorio. I nostri ospiti sono soprattutto interessati alla cultura, allo sport, all’ambiente. Nel semplice passaggio da una struttura all’altra è possibile acquistare la frutta fresca sui portoni delle antiche case contadine, il pane in bottega”
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Per queste ragioni Aquae Sinis ha adottato tutte le misure possibili (e altre sono in fase di elaborazione) per rendere il proprio microcosmo sostenibile: le bottiglie di plastica sono state sostituite dal vetro in vuoto a rendere, e i bagni offrono dei cartellini attraverso i quali indicare quali asciugamani devono essere cambiati. Le vaschette WC e i rubinetti favoriscono il risparmio idrico, mentre il kit cortesia ha lasciato spazio al dispenser, e i contenitori per la differenziata hanno trovato posto in tutte le zone comuni. I pannelli solari sui tetti operano per la produzione di acqua calda, e recentemente sono state acquistate diverse bici elettriche con pedalata assistita. Ogni stanza ospita il vademecum sulla sostenibilità creato da MEDSEA per il progetto Maristanis, del quale Aquae Sinis è parte come membro del “Club Friends of Maristanis”, gruppo di albergatori e commercianti che hanno deciso di ridurre i consumi idrici ed energetici.

Cabras ha un numero molto importante di microimprese. Ogni acquisto, o anche solo ogni passaggio si può trasformare in una chiacchierata. È un turismo lento, esperienziale, umano, che non può non accogliere nella sua essenza la tutela dell’ambiente”, conclude Mele.

Contatti

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Aquae Sinis

Un albergo diffuso nel cuore delle terre d’acqua dell’oristanese, immerso nella vita semplice e quotidiana di Cabras. Ogni angolo della splendida struttura custodisce un pezzo di storia, un’occasione per fare del turismo un incontro e uno scambio fra persone, un’esperienza sostenibile.

“La forza della collettività è un capitale enorme per il settore turistico, dobbiamo solo riuscire a farne un sistema. Crediamo che il risparmio idrico ed energetico siano in perfetta armonia con l’idea di turismo che Aquae Sinis promuove”.
L’architetto Pier Luigi Mele racconta Aquae Sinis dalla terrazza che si affaccia sulla chiesa di Santa Maria Vergine Assunta. In settembre le gradinate si popolano di centinaia di bianchi sai, i devoti scalzi che porteranno in spalla, e di corsa, la statua di San Salvatore per le strade, lungo gli stagni e le campagne. L’idea dell’albergo diffuso nasce nel 2007. Due delle quattro strutture che oggi compongono la struttura sono state lasciate in eredità a Mele dai nonni. Contenevano le botti di vino, gli utensili. Erano il ricovero per le bestie da lavoro.
“Thermae”, “Mistras”, “Laguna” e “Pontis” sono i quattro plessi distribuiti fra le vie del centro storico di Cabras, a breve distanza fra loro. Gli infissi di legno, l’impiantito, le zoccolature, i cotoni di Samugheo, la calce sui mattoni crudi e i tetti in canne sono la traccia comune di un’identità stilistica costruita sull’eleganza dell’essenziale, sulla palpabile presenza della tradizione.
Spiega Mele: “Il Sinis non è un luogo di mondanità, offre la natura incontaminata, la cucina tradizionale, i profumi che i venti strappano alla vegetazione e spargono per tutto il territorio. I nostri ospiti sono soprattutto interessati alla cultura, allo sport, all’ambiente. Nel semplice passaggio da una struttura all’altra è possibile acquistare la frutta fresca sui portoni delle antiche case contadine, il pane in bottega”
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Per queste ragioni Aquae Sinis ha adottato tutte le misure possibili (e altre sono in fase di elaborazione) per rendere il proprio microcosmo sostenibile: le bottiglie di plastica sono state sostituite dal vetro in vuoto a rendere, e i bagni offrono dei cartellini attraverso i quali indicare quali asciugamani devono essere cambiati. Le vaschette WC e i rubinetti favoriscono il risparmio idrico, mentre il kit cortesia ha lasciato spazio al dispenser, e i contenitori per la differenziata hanno trovato posto in tutte le zone comuni. I pannelli solari sui tetti operano per la produzione di acqua calda, e recentemente sono state acquistate diverse bici elettriche con pedalata assistita. Ogni stanza ospita il vademecum sulla sostenibilità creato da MEDSEA per il progetto Maristanis, del quale Aquae Sinis è parte come membro del “Club Friends of Maristanis”, gruppo di albergatori e commercianti che hanno deciso di ridurre i consumi idrici ed energetici.

Cabras ha un numero molto importante di microimprese. Ogni acquisto, o anche solo ogni passaggio si può trasformare in una chiacchierata. È un turismo lento, esperienziale, umano, che non può non accogliere nella sua essenza la tutela dell’ambiente”, conclude Mele.

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La nostra voce dal territorio

Luca Foschi è nato a Cagliari nel 1981. Dopo la laurea in Lettere Moderne ha conseguito il diploma post universitario in giornalismo presso la London School of Journalism. Giornalista pubblicista, nel 2012 ha frequentato il Corso per inviati in aree di crisi Maria Grazia Cutuli. Nei successivi sei anni ha scritto dai principali fronti di guerra del Medio Oriente per pubblicazioni nazionali e internazionali. Nel 2018 ha portato a termine il dottorato di ricerca in Scienze Politiche presso l’università di Cagliari. Dal 2019 collabora con la Mediterranean Sea and Coast Foundation.
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